2-3-4 OTTOBRE “FERRANTE FEVER” di Giacomo Durzi
Ne parla Paolo Calcagno
Dopo L’Amore Molesto, di Mario Martone, e I Giorni dell’Abbandono, di Roberto
Faenza, la misteriosa autrice napoletana Elena Ferrante tornerà sul grande e anche sul piccolo schermo, mentre è ancora viva la polemica sull’inchiesta che ha indagato sul
patrimonio della traduttrice Anita Raja, sospettata di essere la misteriosa scrittrice. Ed è recente l’annuncio di Fandango e Rai della serie-tv sui quattro romanzi della saga dell’Amica Geniale, in coproduzione con Hbo e Netflix.
Intanto, il regista Giacomo Durzi ha presentato a Milano, in anteprima, il suo documentario di 75 minuti, girato a New York, Napoli e Torino e che, prima di andare in onda su Sky Arte, sarà nelle sale dal 2 ottobre. Ferrante Fever è un viaggio raccontato con eleganza ed efficace creatività, che prende inizio negli Stati Uniti (Bill Clinton e Nicole Kidman fra i fans della scrittrice napoletana che si protegge dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante), per testimoniare e analizzare il grande successo internazionale dei libri della misteriosa autrice, e che poi si dirama nei vicoli di Napoli, per esplorare i luoghi dei suoi romanzi seguendo lo sguardo di grandi personaggi e testimoni d’eccezione, fra i quali l’autore di Correzioni, Jonathan Franzen, la traduttrice americana della Ferrante Ann Goldstein e l’editore Michael Reynolds, fino ai registi Martone e Faenza
“Non è stato facile affrontare i temi dei romanzi della Ferrante – ha commentato Giacomo Durzi -. E’ come andare in analisi: riesce a dirti cose che ancora non sapevi di te stesso. E’ come in certi film che riescono a farti dare un nome a dei sentimenti e a delle emozioni. Credo davvero che leggere la Ferrante sia un percorso terapeutico”.
Durzi ha anche espresso gioia e soddisfazione per la scelta dell’attrice Anna Bonaiuto quale la voce narrante del suo documentario. Per la Bonaiuto è il secondo incontro professionale con Elena Ferrante, dopo la sua interpretazione ne L’Amore Molesto, di Martone. “Devo molto alla Ferrante – ha ammesso l’attrice napoletana -. Di solito i personaggi dei romanzi sono più ricchi di sfaccettature della loro trasposizione cinematografica. Ma L’Amore Molesto è come una sceneggiatura, un’ulteriore dimostrazione di ricchezza da parte di questa grande scrittrice. Chi dice di non amarla, spesso non ha mai letto i suoi romanzi. Il tema dell’invidia, secondo me, è al centro dell’Amica Geniale: Lila invidia a Linu’ ciò che ha, mentre Linu’ invidia Lila per ciò che è”.
Il fenomeno Elena Ferrante, la “Ferrante Fever”, nel maggio scorso, era stato al centro del Festival polivalente che Sky Arte aveva organizzato con successo a Napoli. L’ autrice della tetralogia dell’ Amica Geniale era stato il tema del panel letterario di Villa Pignatelli, nel giorno conclusivo del riuscito evento ideato dal canale satellitare diretto da Roberto Pisoni. Protagonisti, Anna Bonaiuto, che aveva letto e interpretato con alta carica emotiva alcuni brani dalla saga best-seller mondiale sull’amicizia tra Lila e Lenu’ (oltre un milione di copie solamente in Italia), lo scrittore e direttore del Salone del Libro di Torino Nicola Lagioia (Premio Strega per il romanzo Ferocia), la produttrice Alessandra Acciai e il regista Giacomo Durzi
Brillante quanto profondo, come ha dimostrato nelle sue eccellenti prove di scrittore, Nicola Lagioia aveva introdotto il panel analizzando il successo di Elena Ferrante. “Parlare in pubblico di questa grande scrittrice è, talvolta, difficile, ma sempre divertente – l’osservazione dello scrittore barese -, perché lei potrebbe essere presente in platea, ovviamente in maniera anonima. Come ci ricorda Proust, non conta la persona, l’autore: conta l’opera. E L’Amica Geniale è l’opera che riesce a cogliere la sfumatura della sfumatura della sfumatura. Elena Ferrante è davvero l’erede di Elsa Morante e di Anna Maria Ortese. La sua Napoli è una metafora dell’Italia, la sua storia non racconta solamente il legame tra due bambine che, poi, diventano due donne: racconta un mondo. E attribuire il suo successo alla sua volontà di restare anonima, come hanno fatto alcuni giornalisti, è una cosa “farlocca” . Ho avuto dalla Ferrante una lunga intervista, ovviamente senza mai incontrarla, in cui parla di letteratura rivelando di essere una scrittrice molto consapevole. Ma in Italia, si sa, si perdona il peculato, si perdonano tante disonestà, ma non si perdona mai il successo. C’è una sostanziale invidia per l’affermazione internazionale di questa grande scrittrice. A Torino, al simposio organizzato su Elena Ferrante è stato più facile trovare l’adesione di autori stranieri che quella degli scrittori italiani, perché agli scrittori italiani gli rode…”.
“Elena Ferrante – ha aggiunto Lagioia -, ha il potere pazzesco di farti identificare nei panni di persone che non vorresti mai essere. Come nella vita reale, le persone più importanti sono quelle che depositano dentro di noi la loro voce, anche se si tratta di odio. E soltanto la letteratura è capace di scavare in quel modo così potente”. Nicola Lagioia ha certamente ragione a rimarcare questa caratteristica, peculiare dell’arte letteraria, ma molto presto cinema e televisione potrebbero dimostrare di averla uguagliata, prendendo spunto proprio dal “fenomeno Ferrante” che ha invaso mezzo mondo.
Paolo Calcagno