Al via dal 20 fino al 24 settembre la kermesse che porta nella metropoli asiatica grandi titoli del cinema italiano classico e contemporaneo.
Film di apertura Sicilian Ghost Story di Grassadonia&Piazza,
in programma anche la versione restaurata de La vita è bella
Partenza mercoledì 20 settembre per Cine Italiano! – Cinema Italian Style a Hong Kong, la rassegna promossa da Istituto Luce Cinecittà e dall’Hong Kong International Film Festival Society, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – DG Cinema, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e il Consolato Generale d’Italia a Hong Kong. Un appuntamento, arrivato alla sua sesta edizione, che porta annualmente titoli fortemente rappresentativi del nostro cinema a una platea tra le più esigenti e appassionate di tutta l’Asia.
Apertura, nel prestigioso The Grand Cinema – come per tutte le altre proiezioni della kermesse, e tutte sottotitolate in cinese e inglese – affidata a Sicilian Ghost Story, l’ultima immaginifica opera di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, film di apertura dell’ultima Semaine de la Critique a Cannes.
C’è particolare attesa poi per la proiezione, a vent’anni dalla sua apparizione, di La vita è bella di Roberto Benigni, in una versione restaurata che restituisce brillantezza a un classico-contemporaneo epocale del nostro cinema, pronto per essere ammirato per la prima volta da una nuova generazione di spettatori locali.
La selezione prevede due dei film chiave di quest’ultima stagione: La tenerezza di Gianni Amelio, e Fortunata di Sergio Castellitto, opere felicemente comunicative anche grazie alle prove maiuscole dei loro protagonisti, Renato Carpentieri (premiato con il Globo d’Oro della Stampa estera in Italia) e Jasmine Trinca (premiata a Un Certain Regard sulla Croisette).
Un’altra coppia di titoli fa invece lo zoom sugli esordi di quest’anno, in una stagione che continua a vederne di particolarmente brillanti. I figli della notte di Andrea De Sica eCuori puri di Roberto De Paolis porteranno a Hong Kong l’immagine di un cinema che coniuga freschezza dell’esordio a una già rimarchevole capacità compositiva e di sguardo.
Infine un’ultima accoppiata completa una selezione organica, che ben sintetizza la produzione nostrana: Orecchie di Alessandro Aronadio e La Guerra dei cafoni di Davide Barletti e Lorenzo Conte, trasfigurano storia e attualità del paese attraverso la lente dell’assurdo, dell’apologo surreale, ma comicamente significativo.