Attori tra i più apprezzati di sempre come Mastroianni, Tognazzi, Benigni, Depardieu, Castellitto e icone di bellezza come Huppert e Muti. Cosa hanno in comune? Hanno tutti lavorato con Marco Ferreri, regista controverso, amato dalla critica quanto contestato, in particolare nei Festival dove venivano presentati i suoi film. Tuttavia libero di rappresentare in scena il suo sguardo critico sulla società. Libertà autoriali che inevitabilmente si trasformavano in feroci polemiche, applausi e fischi.
“C’è chi fa film e chi vede film… servono tutti e due”. Marco Ferreri
Voleva lavorare come veterinario, Ferreri, ma si è ritrovato quasi casualmente a fare il regista, dirigendo gli attori italiani più noti, in pellicole come “La grande abbuffata”.
La storia? Quattro uomini che, stanchi della vita che conducono, noiosa e inappagante, decidono di suicidarsi, chiudendosi in una casa nei dintorni di Parigi, e mangiando fino alla morte.
Una trama curiosa come tutte le altre che ha diretto, tra cui “La Carne”, in cui Paolo, impiegato comunale, conosce la burrosa Francesca… Si rinchiudono nella casa al mare di lui dove mangiano e fanno l’amore. Quando la donna annuncia la sua partenza, lui la uccide, la seziona e la conserva in frigorifero per cibarsene.
“Ciò che disturbava, come molti suoi film, spesso colpiva. Questo voleva Ferreried è per questo che, con i suoi film, ha sempre vinto”, commenta Ornella Muti.
A raccontare Marco Ferreri, insieme a lei, anche altri suoi attori tra cui Roberto Benigni il nostro straordinario artista-giullare più colto. E che racconta quando Ferreri lo chiamo’ nella sua casa per un progetto e ad accoglierlo, insieme a lui, c’era Primo Levi. A parte l’emozione di Benigni di trovarsi davanti Primo Levi…. Levi e Benigni non capirono subito cosa volesse realizzare Ferreri. Spesso infatti amava improvvisare e puntava all’improvvisazione dei suoi attori.
Tra i collaboratori di Ferreri, lo scenografo tre volte premio Oscar Dante Ferretti che ha raccontato di quanto diverso fosse ogni suo film e quanto curiosa e sorprendenti fossero le sue idee.
L’ottimo documentario in concorso diretto da Anselma Dell’Olio ( non celebrativo e non didascalico) mostra quanto ogni regista sia sempre un grande artista, che più che convincere il pubblico spesso vuol convincere se stesso. Quella “follia creativa” di Ferreri, che sconfinava nel grottesco, e’ l’immagine di un’Italia coraggiosa che sperimentava e andava oltre, così come faceva Fellini.
“La lucida follia di Marco Ferreri”,prodotto da Nicoletta Ercole per Nicomax con Mauro Cappelloni in collaborazione con Riccardo Di Pasquale per Fenix Entertainment, descrive perfettamente l’uomo e “l’artista-regista”.
A parte questo riuscito progetto su Ferreri, realizzato in collaborazione con Rai Cinema, Istituto Luce Cinecitta (che ne cura la distribuzione) e Skyarte, vedendo molti altri documentari resta il solito rammarico e la certezza chefinita l’epoca di attori come Marcello Mastroianni, l’Italia non ha mai più avuto delle vere star.
Venezia 74, Benigni legge la poesia per Marco Ferreri
http://video.repubblica.it/dossier/venezia-74/venezia-74-benigni-legge-la-poesia-per-marco-ferreri/283698/284309