Da Locarno – Paolo Calcango “Una gradita sorpresa il film italiano Easy/Un viaggio facile, facile”

Una gradita sorpresa il film italiano “Easy/Un viaggio facile, facile” in concorso fra i Cineasti del Presente al 70mo Festival di Locarno. Opera prima di Andrea Magnani, già sceneggiatore di varie fiction-tv, “Easy” ha per protagonista Nicola Nocella, 36 anni, colossale sia per la taglia che gli ha imposto il copione, sia per la sua interpretazione che, com’è augurabile, dovrebbe lanciarlo verso una svolta definitiva di carriera, imponendolo fra i grandi-piccoli eroi della commedia all’italiana. “Easy” (nella sale dal 31 agosto) è il diminutivo di Isidoro, nel film il fratello minore impacciato, ansioso e silenzioso di Libero De Rienzo che lo lancia senza scrupoli in una missione surreale e impossibile affidandogli un’auto-carro funebre con tanto di bara in cui giace il corpo senza vita di un operaio ucraino, vittima di un incidente nel suo cantiere. Easy, che quasi non parla da quando ha abbandonato le corse automobilistiche in cui primeggiava a livelli europei, pur di salvare il fratello maggiore dalle inevitabili indagini della magistratura, accetta di riportare in patria il corpo del povero operaio. E qui ha inizio il surreale viaggio che riserverà al protagonista del film infinite trappole a causa soprattutto dell’incomprensione linguistica e della tendenza allo smarrimento “fantozziano” dell’imbranato personaggio. Altrettanto “fantozziana”, pero, è l’indomita perseveranza di questo improbabile eroe che come un bisonte irriducibile carica a testa bassa ogni traversia e ogni ostacolo (compreso il furto dell’auto) che lo obbligano ad attraversare un Paese sconosciuto con tanto di bara al guinzaglio. Novello “Djiango”, dalla sorte decisamente più beffarda del celebre pistolero di Franco Nero, Nicola Nocella ci stupisce con la sua interpretazione “perfetta”, impareggiabilmente efficace nella gestione delle pause e inesauribile nella creatività cui affida sguardi e mimica facciale che gli consentono di sfuggire alle varie trappole e a rovesciare a suo vantaggio, fino al traguardo finale, la serie incredibile di disavventure che lo travolgono.

“Easy recita 50 battute in tutto il film – sottolinea Nicola Nocella -. Quando ho letto il copione, ho trovato la mia prima battuta a pagina 17. Per me, è quasi un film muto, dove nessuno capisce ciò che dice l’altro. Inoltre, il regista mi voleva molto grosso e sono stato costretto a ingrassare di ben 20 chili, arrivando a toccare sulla bilancia la tacca dei 140 chili. Quando mi è stato proposto, mi sono chiesto se il ruolo fosse davvero adatto a me e alle mia indole debordante, usualmente senza freni. Il personaggio sta in scena dalla prima all’ultima inquadratura ed è il totale protagonista del film: mi è sembrato quasi un sogno che mi capitasse una simile occasione. Mi ci sono tuffato con tutto me stesso, stando attento ad recepire le indicazioni preziose di Magnani. Se sono arrivato in fondo è stato anche grazie alla collaborazione affettuosa e professionalmente notevole che ho ricevuto sul set da tutti, tecnici e colleghi”.

Andrea Magnani con questo film si rivela regista a tutto tondo, capace di tenere sempre in pugno il ritmo del racconto è di ottenere brillanti prestazioni dal cast che governa sul set, in questo caso oltre a Nocella, De Rienzo e Barbara Bouchet (mamma del protagonista con la mania della fitness), anche un nutrito e valido gruppo di attori ucraini. “Volevo fare un film che andasse oltre i confini – ha spiegato Magnani -. Inizialmente, avevo pensato ai Balcani, ma ci sono stati dei problemi con i coproduttori. Poi, a un workshop ho incontrato dei produttori ucraini che hanno reso possibile la realizzazione del film. Così, la scelta è caduta su questa paesino introvabile, dove non si parla nessuna lingua oltre a quella locale. Una condizione che ha favorito lo smarrimento totale al quale puntavo e dal quale partire per poi ritrovarsi”.

Uno smarrimento che Magnani ha filmato con inquadrature che lo incastrano progressivamente in un paesaggio duro e difficile che dapprima contrasta lo sventurato ma indomito Easy e poi cede alla sua forza e alla sua caparbietà, fino ad accoglierne l’irresistibile e, talvolta, poetica deriva nel ventre caldo dell’ospitalità e dei festeggiamenti. Una successione quasi geometrica di imprevedibili capitomboli e di stravaganti sventure che il regista ha osservato nell’obiettivo della cinepresa con divertita curiosità, in qualche modo sulle tracce stilistiche del grande maestro finlandese Aki Kaurismaki.  “Easy è un cavaliere in terra sconosciuta – ha aggiunto Andrea Magnani -. Quando l’ho visto  ne “Il figlio più piccolo”, di Pupi Avati, ho deciso che Nocella era l’attore ideale per il mio personaggio. Gli ho chiesto di ingrassare ulteriormente perché l’obeso nell’immaginario comune è il perdente per antonomasia, colui che non riuscirà mai a cavarsela”.

“Il problema non è stato ingrassare – ha replicato Nocella -, ma togliermi di dosso quei 20 chili in eccesso. E, poi, ci sono state altre torture, tra il fango, le botte, i salti, i tuffi nel fiume. Mi hanno perfino obbligato a restare nudo completamente davanti a una ragazza. Ho telefonato a mia madre per ricevere il suo conforto . ”Mamma, ho girato una scena, piuttosto lunga, in cui sono tutto nudo”, le ho confessato. E lei: “Che schifo!” “.

Paolo Calcagno             

I commenti sono chiusi.