Giordana – La “Meglio Gioventù” non c’è più e nessuno si prende cura di ciò che ne resta….

Giordana – La “Meglio Gioventù” non c’è più e nessuno si prende cura di ciò che ne resta…. 

di Paolo Calcagno 

 

La “Meglio Gioventù” non c’è più e nessuno si prende cura di ciò che ne resta. Lo ha detto Marco Tullio Giordana, osservatore acuto dei disagi e dei dolori delle giovani generazioni, presentando il suo nuovo film “Due soldati”,  girato per Raiuno (la messa in onda è ancora da programmare), scelto per l’anteprima del via del 70mo Festival di Locarno, ieri sera, in Piazza Grande.

 

“Due soldati” fa visita a “Gomorra” ma va oltre gli abissi della criminalità organizzata, descrivendo lo smarrimento e il senso d’abbandono dei giovani, specie se meridionali, specie se condannati a vivere nell’inferno della periferia napoletana, a Scampia e dintorni. Dopo “I Cento Passi”, sulla storia di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia, e “Lea”, uccisa e sciolta nell’acido dalla ‘ndrangheta per essere diventata collaboratrice di giustizia, stavolta il regista milanese fa tappa in quella “Terra di nessuno” situata tra Napoli e Caserta, a tutti gli effetti zona di camorra. A differenza di quei film precedenti, “Due soldati” non si basa su fatti realmente accaduti: le storie di Sasà ed Enzo sono pura fiction anche se somigliano dannatamente a quelle di tanti giovani dell’hinterland campano.

Sasà ed Enzo sono due ventenni che vivono nello stesso paese ma non si conoscono. Forse si sono sfiorati al bar o in un centro commerciale. Sasà scorta i camion che trasportano la droga. Enzo, invece, è arruolato nell’Esercito ed è in missione in Afghanistan, con una buona indennità di missione che gli permette di comprare casa per sposarsi con Maria. Storie che si incrociano e che Giordana narra con racconti paralleli. I due giovani hanno in comune la diciassettenne Maria che quella società ha già reso donna. Armamenti sofisticati, squadre organizzate, scontri a fuoco, sono in primo piano in entrambe le storie, ovviamente in ambiti diversi e con finalità differenti. Sasà rimane vittima di un attentato, mentre Enzo viene ferito in una sparatoria tra cosche rivali. Casualmente, Enzo si rifugia nell’appartamento ancora vuoto dei promessi sposi. Maria gli presta soccorso e se ne prende cura respingendo il primo istinto di denunciarlo alla polizia.

“Lo scopo principale del mio lavoro è quello di riuscire a comunicare con i giovani – ha commentato il regista Giordana -. La rabbia e la passione per le lotte sociali non sono più una dote dei giovani che si sentono sempre più emarginati e che aspirano principalmente a una soluzione  dei problemi che li separano da una vita normale. Con “Due soldati” mi sono occupato di questi ragazzi a rischio e ho scelto i miei attori proprio fra loro (ndr. a parte l’eccellente Angela Fontana, alias Maria, per la prima volta separata dalla gemella Marianna, con la quale era stata protagonista di “Indivisibili”), alcuni dei quali avevano anche combinato qualcosa di poco raccomandabile. Ma io ho accettato la sfida e li ho presi lo stesso. Vorrei tanto portare “Due soldati” a Castel Volturno. Giustamente, quella gente si lamenta per essere rappresentata sempre allo stesso modo, come abitanti del male, della “Terra dei fuochi”, eccetera. “Siamo anche qualcosaltro”, protestano a ragione. Ecco, il mio film è su quel qualcosaltro”.

Paolo Calcagno  

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