Hysteria Tutte le curiosità
Breve storia dell’isteria (e dei vibratori) IV secolo a.C.: L’idea che uno “spostamento dell’utero” (in greco hysteria) potesse causare sintomi anomali, dall’amnesia al sonnambulismo, è menzionata per la prima volta nell’antica Grecia negli scritti ippocratici. Gli organi sessuali femminili saranno collegati a comportamenti inspiegabili per i successivi 4.000 anni. II secolo a.C.: Il medico dell’antica Grecia Galeno conclude che la causa dell’isteria è una privazione sessuale. Il rimedio che consiglia è il matrimonio. Galeno sarà anche il primo a suggerire come terapia la “manipolazione digitale”, descrivendo la guarigione di una donna sottoposta a tale trattamento: “da allora, scomparvero tutti i mali che l’affliggevano”. II secolo d.C.: Il filosofo romano Celso consiglia per primo l’uso delle sanguisughe come possibile cura per l’isteria femminile. X secolo: Avicenna, medico persiano e prolifico autore di trattati di medicina, raccomanda per l’isteria una cura a base di “sfregamenti”, che, afferma, consentirà alle donne affette da questo male di “trovare pace”. XIII secolo: L’alchimista spagnolo Arnaldo de Villanova raccomanda l’uso di supposte vaginali per ristabilire l’”equilibrio di umori” nella donne affette da disturbi non trattabili di vario genere. XVI secolo: Il medico francese Phare scrive di una nuova cura per l’isteria, consistente nel mandare le donne a cavalcare nei boschi. 1653: Il rinomato medico olandese Pieter van Foreest parla del suo rimedio per l’isteria, che prevede un massaggio plevico “sino al parossismo”. Lo consiglia in particolare alle “vedove, alle donne che conducono una vita casta, e alle suore”. XVII secolo: Il pionieristico medico inglese William Harvey, il primo a descrivere il sistema circolatorio umano, afferma che gli organi sessuali femminili sono la causa di “orridi eccessi mentali…frenesie, melanconia, sbalzi d’umore e comportamenti eccessivi”. XVIII secolo: Nelle località termali europee si diffonde la voga degli apparecchi per l’”idroterapia,” spesso dotati di un apposito ugello, come rimedio per un’ampia gamma di disturbi femminili. XVIII e XIX secolo: L’espressione “attacco isterico” diventa popolare nelle cerchie mediche per classificare un largo spettro di fenomeni inspiegati, dall’epilessia alla depressione, dalla sindrome di Tourette alla riottosità, dai problemi coniugali all’infedeltà sessuale. Anni 1850: L’insigne medico francese Pierre Briquet annuncia i risultati del suo studio sull’isteria femminile, causata a suo parere dalla frustrazione sessuale, e propone come cura un trattamento, a suo avviso puramente medico, che definisce “titillation du clitoris.” 1859: Uno studio condotto dai medici Britannici rivela che oltre il 40% della popolazione femminile risulta affetto da isteria.
HYSTERIA Sinossi In un’epoca di invenzioni, un uomo si propose di trovare una cura per i mali delle donne … e per caso elettrificò per sempre le nostre vite amorose. HYSTERIA è una commedia romantica leggera basata su un fatto storico: l’invenzione da parte del dott. Mortimer Granville del primo vibratore elettromeccanico. La candidata all’Oscar Maggie Gyllenhaal (CRAZY HEART, TATA MATILDA E IL GRANDE BOTTO) e Hugh Dancy (ADAM, I LOVE SHOPPING) guidano un cast di tutto rispetto in questa storia mai raccontata di una scoperta vittoriana: come un giovane medico intenzionato a trovare la chiave per rendere felici le donne troverà la propria felicità. Il film è ambientato negli anni Ottanta dell’Ottocento, al culmine della pruderie vittoriana ma anche agli albori dell’era dell’elettricità. A Londra Mortimer Granville (DANCY), brillante giovane medico dedito alla sua professione, ha appena perso il posto nell’ospedale in cui lavora per la sua fiducia incrollabile in una teoria all’epoca rivoluzionaria, la “teoria patogenetica”, ed è in cerca di un nuovo lavoro. Lo trova con il dott. Robert Dalrymple (JONATHAN PRYCE), il “maggior specialista londinese di medicina femminile”. Esperto di “isteria”, Dalrymple si trova a fronteggiare un vera e propria epidemia di questo male, ed è letteralmente assediato da una allarmante quantità di pazienti con i sintomi più disparati: “pianto, ninfomania, frigidità, melanconia, ansia”. Per fortuna, la cura escogitata da Dalrymple, consistente in un “massaggio manuale”, si rivela straordinariamente efficace. Il giovane e avvenente Mortimer ben presto ha una fila di donne in coda davanti allo studio, e si ritrova fidanzato con la figlia minore del capo, la bella e perfetta Emily Dalrymple (JONES). Ma questi successi hanno un prezzo. Morimer si trova a fare i conti con tremendi crampi alle mani e con l’aperta disapprovazione dell’irritante figlia maggiore di Dalrymple, Charlotte (GYLLENHAAL), paladina dei diritti delle donne povere, che accusa il padre e il giovane medico di ciarlataneria. Perduto il tocco terapeutico, Mortimer non è più in grado di soddisfare le sue pazienti. Di conseguenza perde nuovamente il lavoro, oltreché la fidanzata. Non sapendo dove andare, si rivolge al suo amico di lunga data, Edmund St. John-Smythe (RUPERT EVERETT), inventore progressista ossessionato dalla “nuova” scienza dell’elettricità. Edmund rivela all’amico i suoi progetti per un nuovo piumino per spolverare elettrico, dando al medico un’idea brillante…Il risultato farà rifiorire la carriera medica di Mortimer, entusiasmerà i pazienti e metterà sottosopra il suo cuore, quando Charlotte comincerà a insegnargli cose che non aveva mai immaginato su come funzionano veramente le donne – e su cosa vogliano realmente. Il risultato è una commedia esilarante e perfettamente riuscita che non solo spiega come il vibratore sia stato uno dei primi congegni elettrici nella storia ad essere brevettato, ma riesce altresì a sprigionare scintille delineando il rapporto tra un uomo prudente e una donna emancipata, uniti dai prodigi della frizione. Girato a Londra e in Lussemburgo, HYSTERIA è interpretato dalla candidata all’Oscar Maggie Gyllenhaal e da Hugh Dancy, accanto a Jonathan Pryce (I PIRATI DEI CARAIBI, RACCONTI INCANTATI), Rupert Everett (IL MATRIMONIO DEL MIO MIGLIOR AMICO, SHAKESPEARE IN LOVE, ST. TRINIANS) e Felicity Jones (LIKE CRAZY, CHALET GIRL). Tra i comprimari figurano Ashley Jensen (EXTRAS, UGLY BETTY), il vincitore dell’Olivier Award Sheridan Smith (allestimento londinese di LEGALLY BLONDE, GAVIN & STACEY), Gemma Jones 3 (HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE, IL DIARIO DI BRIDGET JONES) e Anna Chancellor (THE DREAMERS, UNA RAGAZZA E IL SUO SOGNO). Diretto da Tanya Wexler (BALL IN THE HOUSE, FINDING NORTH), HYTERIA si avvale della sceneggiatura di Stephen Dyer e Jonah Lisa Dyer. Il film è prodotto da un trio femminile: Sarah Curtis (LA MIA REGINA, MANSFIELD PARK), Judy Cairo (CRAZY HEART) e Tracey Becker (NEVERLAND – UN SOGNO PER LA VITA).
HYSTERIA Note di produzione Isteria a) nella psichiatria ottocentesca, forma di nevrosi tipica delle donne caratterizzata da vari disturbi psichici e da sintomi sensoriali e motori (eccitabilità, irritabilità, accessi nervosi, depressione, angoscia); b) scoppio di ilarità incontrollata Il nuovo film di Tanya Wexler HYSTERIA ha le stesse qualità dei classici film in costume ambientati in epoca vittoriana che tutti abbiamo imparato a conoscere e amare, ma con qualcosa di più che si impone all’attenzione: è una storia irriverente, esilarante e sorprendentemente moderna. Ambientato negli anni Ottanta dell’Ottocento, un periodo in cui una raffica di invenzioni e congegni moderni era in procinto di creare il mondo quale lo conosciamo oggi, il film racconta un fatto storico, l’invenzione del singolare e vendutissimo congegno domestico che non osava dichiarare il suo vero scopo: il vibratore elettrico. Tuttavia, non si tratta solo di uno spassoso diverstissment comico: HYSTERIA è una storia d’amore e un viaggio in una storia nascosta, un’esplorazione della passione femminile e una celebrazione dello spirito pionieristico che da sempre ha alimentato il progresso umano. Con un cast che vede tra i protagonisti la candidata all’Oscar Maggie Gyllenhaal (CRAZY HEART) e Hugh Dancy (MY IDIOT BROTHER), il film è ambientato in un passato esilarante e colorito di morale vittoriana, donne incomprese e pratiche mediche sconcertanti, ma solleva anche temi che fanno tuttora inarcare le sopracciglia: le attitudini sessuali, il rapporto tra uomini e donne, la possibilità di condurre una vita realmente soddisfacente, .
L’isteria: la sceneggiatura La scintilla da cui nasce HYSTERIA è un fatterello storico perlopiù ignoto: l’invenzione del vibratore a batterie, brevettato alla fine dell’Ottocento da un medico inglese assai stimato, un tale Joseph Mortimer Granville, che progettò il dispositivo in tutta serietà per fini esclusivamente terapeutici. Granville lanciò l’apparecchio noto come “martello di Granville”, per alleviare i blocchi e i dolori muscolari. Ben presto, però, il dispositivo fu utilizzato per quello che, all’epoca, era considerato l’unico rimedio efficace per il disturbo, assai diffuso e notoriamente mistificatorio, noto come “isteria”. Il trattamento consisteva in un “massaggio terapeutico” degli organi femminili “sino al punto del parossismo”, considerato nell’ottica vittoriana come un rilassamento rigorosamente clinico del sistema nervoso, da non confondere in nessun caso con l’orgasmo e privo di qualunque connotazione sessuale. Se l’”isteria” (sebbene solo un secolo dopo) sarà riconosciuta alla fine come un mito vecchio 4.000 anni e una pseudo-diagnosi utilizzata per spiegare ogni sorta di disturbi, il vibratore non cadrà in disuso, contribuendo a inaugurare un mondo interamente nuovo in cui le donne saranno libere di esplorare le potenzialità della propria sessualità. Quando la produttrice Tracey Becker, che ha al suo attivo pellicole come il film premio Oscar di Mark Forster NEVERLAND- UN SOGNO PER LA VITA (una fantasiosa rivisitazione del personaggio di Peter Pan creato da J.M. Barrie), ascoltò per la prima volta la storia di Granville dallo scrittore Howard Gensler, all’inizio rise di cuore, ma poi si rese conto che c’erano tutti gli ingredienti per realizzare un film. L’idea di un medico integerrimo e di mentalità autenticamente vittoriana che inventa quello che sarebbe diventato il giocattolo sessuale più famoso del mondo appariva un magnifico spunto per un film moderno. “Però non poteva certo essere un ennesimo, noioso film biografico”, osserva ridendo la Becker. ”Doveva risultare una brillante commedia romantica e nello stesso tempo una storia che affronta un tema molto più importante della semplice invenzione del vibratore, quello dello spirito del cambiamento e del progresso”. La produttrice presentò il progetto alla regista Tanya Wexler, e insieme lo sottoposero poi agli sceneggiatori Stephen Dyer e Jonah Lisa Dyer, che trovarono irresistibile la stupefacente semplicità dell’idea – che pure in seguito avrebbe acquistato maggiore complessità e spessore. “Tracey e Tanya ci hanno offerto uno di quei meravigliosi spunti comici che si possono sintetizzare in un’unica frase: ‘un medico vittoriano inventa il vibratore’. Abbiamo accettato seduta stante, ma poi abbiamo cominciato a chiederci in che razza di guaio ci eravamo cacciati!”, commenta divertito Stephen. “L’idea era brillante, ma occorrevano personaggi, situazioni, un intero mondo e una struttura da costruirci intorno”. La Becker afferma dal canto suo: “Sapevamo che dovevamo trovare un tono speciale, perché se è vero che la vicenda è ambientata nell’Ottocento, l’argomento fa ancora arrossire nel 2011. Penso che i Dyers abbiano fatto miracoli nel ricreare un involucro sontuoso, alla Merchant-Ivory, sotto il quale però si sviluppa una commedia scatenata ed esilarante. Evitando le situazioni comiche più scontante, gli sceneggiatori sono riusciti a far scaturire la comicità dall’assurdità delle vicende in cui si trovano coinvolti questi personaggi, così interessanti e ricchi di spunti narrativi.” I Dyers hanno condotto un approfondito lavoro di ricerca storica, scoprendo un’epoca ancora dominata da tradizioni antiquate ma in cui il nuovo si affaccia prepotentemente – un’epoca in cui i medici cominciano ad abbandonare la fiducia nelle terapie a base di bagni di vapore e sanguisughe per abbracciare la teoria patogenetica e avvicinarsi alla psicologia, un’epoca in cui un mondo di candele e lampade a gas si va trasformando in un elettrizzante spettacolo di congegni meccanici, e donne audaci cominciano a lottare per il diritto all’autonomia. E in mezzo a tutto ciò ecco il bizzarro capitolo della medicina ottocentesca, quando quasi un quarto della popolazione femminile londinese era considerata affetta da ‘isteria’: una diagnosi che abbracciava un’ampia gamma di disturbi delle donne – inclusi i presunti misteri della psiche femminile quali depressione, irrequietezza, disobbedienza, impertinenza, disinteresse totale o interesse eccessivo per il sesso, e persino il desiderio di ottenere il diritto di voto. (Sebbene a partire dagli anni Cinquanta il concetto di isteria sia scomparso dalla nomenclatura diagnostica, ancora oggi si dice “non fare l’isterica!” a una donna che tende a perdere il controllo). Sin dall’epoca dell’antica medicina greca, i presunti sintomi isterici dei più vari tipi sono stati trattati con “massaggi pelvici, “manipolazioni digitali” e altre terapie fantasiose come andare a cavallo e idromassaggi per la parte inferiore del corpo. Ma nell’Ottocento, quando i medici vittoriani si convinsero di avere a che fare con una vera e propria epidemia di isteria femminile, queste pratiche si diffusero in Inghilterra come mai in passato. Restava ferma la convinzione che tali trattamenti non avessero nessun carattere erotico, ma fossero forme terapeutiche puramente neurologiche. La reazione fisica scatenata da queste terapie non poteva in nessun modo essere messa in relazione con ciò che dovrebbe accadere solo nel segreto del rapporto coniugale, ma era considerata semplicemente un forma di liberazione fisica che consentiva di far defluire tossine e tensioni dal sistema nervoso. Quanto più i due sceneggiatori approfondivano l‘argomento dell’isteria e del suo trattamento terapeutico, tanto più cresceva il loro divertito stupore: “Quando abbiamo cominciato a scavare in questa vicenda, ci siamo resi conto che questo stato di cose è andato avanti per millenni: alle donne venivano prescritte cavalcate e trattamenti idroterapici, ma sempre negando con forza che vi fosse una qualsiasi componente sessuale in tutto ciò”, commenta Jonah Lisa. “Si era davvero convinti, sino a tempi molto recenti, che le donne non potessero provare piacere senza la penetrazione maschile, e per questo i medici potevano separare tutte queste pratiche da qualsiasi componente sessuale. Ma le donne hanno sempre saputo come stanno realmente le cose!” Di fatto, la ricerca di nuovi sistemi per stimolare le donne portò a inventare i progenitori del vibratore, e quando Mortimer Granville mise a punto il suo “Martello”, era ben consapevole che avrebbe potuto essere usato come trattamento per l’”isteria” femminile. Quando i Dyers cominciarono a scrivere la sceneggiatura , questa idea divenne il fulcro del lato comico del film. Pur senza perdere di vista il Granville storicamente esistito e i suoi trascorsi di uomo e medico integerrimo, gli sceneggiatori decisero di presentare in forma romanzata la sua vita e le sue vicende amorose — l’episodio che lo vede vittima di una forma molto particolare di sindrome del tunnel carpale, l’intrigo amoroso con le due figlie del suo capo di carattere diametralmente opposto e, soprattutto, il suo conflitto interiore: più lacerante: perseguire il successo nelle forme convenzionali oppure osare seguire le proprie convinzioni… e il suo cuore. “La storia di Mortimer è veramente quella di uomo che crede nella scienza moderna, che vuole cambiare la medicina, ma che perde tutto ciò che possiede quando comincia a curare le donne dall’isteria”, spiega Stephen. “Alla fine però incontra una figura femminile spiazzante come Charlotte Dalrymple, interpretata da Maggie Gyllenhaal, che lo costringerà a confrontarsi con se stesso, con i compromessi che può accettare e quelli che non può tollerare.” Jonah Lisa, dal canto suo, aggiunge: “Ci piaceva sviluppare il personaggio di Mortimer come un giovane visionario in anticipo sul suo tempo, ma frenato dalla società in cui vive. Quell’epoca è stata un periodo così fecondo dal punto di vista delle invenzioni e del progresso: i primi congegni elettrici, la medicina moderna, i diritti delle donne erano in piena genesi. Molti sfidavano i limiti, e ci sembravano molto interessanti i rischi che correvano nel farlo”. Per Mortimer, i rischi e le ricompense per aver sfidato le convenzioni vittoriane sono rappresentati dalla scelta tra le due sorelle Dalrymple, i cui punti di vista diametralmente opposti sulla mistica femminile dell’epoca vittoriana contribuiscono a dare verve e vivacità alla storia. “Emily è, ovviamente, l’incarnazione dell’ideale femminile vittoriano – obbediente, compita, vestita in modo squisito”, osserva Stephen. “Charlotte, invece, è un’autentica attivista che si batte per i diritti delle donne e usa il denaro del padre per aiutare le donne in difficoltà economica. E’ una scelta dura per Mortimer. Charlotte diventa presto una spina nel suo fianco – con esiti deliziosamente provocanti”. “Mi ha appassionato creare la figura di Charlotte, un personaggio così moderno” dichiara Jonah Lisa. “Una donna che crede veramente nei suoi ideali e riesce a scuotere Mortimer, ricordandogli che anche lui, un tempo, credeva in quello che faceva. Lo affascina e lo intriga, e tutti i loro battibecchi e punzecchiamenti non fanno altro che alimentare la loro attrazione reciproca. E’ una relazione divertente ed esasperante, ma è anche un’autentica storia d’amore, perché alla fine Mortimer scopre che è davvero disposto a sacrificare la sua esistenza sicura e apparentemente perfetta per Charlotte”. Via via che la sceneggiatura prendeva corpo, l’aspetto comico e quello romantico emersero naturalmente, e l’autenticità divenne per i Dyers la massima priorità. “Sia io che Tanya, Tracey e Jonah Lisa pensavamo a un film che assomigliasse a CASA HOWARD per la cura dei dettagli, ma avesse lo spirito e il tono di QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE,” afferma Stephen. “Ed è esattamente quello che Tanya è riuscita a ottenere”.
Donne isteriche: un cast tecnico tutto al femminile Molto appropriatamente, i realizzatori di HYSTERIA sono donne. Alla produttrice, Tracey Becker e alla regista Tanya Wexler si sono aggiunte ben presto la produttrice britannica Sarah Curtis e la produttrice americana Judy Cairo, che hanno apportato tutta la loro esperienza e il loro entusiasmo al progetto. Dopo aver diretto numerosi cortometraggi assai apprezzati quando studiava alla Columbia University, Tanya Wexler debuttò con un paio di film indipendenti a basso costo (FINDING NORTH, BALL IN THE HOUSE), ritirarandosi poi dal mondo del cinema per dedicarsi alla famiglia. Tanya incontrò Tracey Becker nel negozio di giocattoli del West Village che la Becker gestiva assieme al marito. “E’ stato un incontro molto poco convenzionale”, ricorda la produttrice. “Ci siamo messe a chiacchierare senza avere idea che entrambe lavoravamo nel cinema. Solo dopo abbiamo scoperto quesa connessione. “ Una volta instaurata l’amicizia, Tracey Becker si rese conto che Tanya sarebbe stata la regista perfetta per HYSTERIA. “Tanya per me era una forza della natura”, commenta la produttrice. “Estremamente intelligente, ma anche piena di creatività e di un intuito sorprendente. Quando ho visto i suoi primi film, mi sono resa conto che non solo è una persona genuina, ma ha anche un talento narrativo naturale”. Quando la Becker accennò all’idea di fare un film sull’invenzione del vibratore, Tanya reagì con entusiasmo: “Si accese come un fuoco d’artificio”, ricorda Trcey Becker. “Si dedicò così seriamente alla ricerca sull’argomento, che ora credo sia in grado di scrivere un trattato sui costumi sessuali dell’epoca vittoriana”. L’idea del film intrigava particolarmente Tanya Wexler in quanto si prestava a diventare un ibrido tra i suoi due generi cinematografici favoriti: “Sono una grande fan dei film drammatici in costume britannici, ma mi piacciono anche le commedie sofisticate moderne”, spiega la regista. “Così quando ho sentito per la prima volta questa storia, ho pensato che dovevo fare il film. Sarebbe stato un vero divertimento contrapporre il mondo vittoriano compassato dell’alta borghesia con questa terapia per le donne decisamente sessuale di cui però si negava strenuamente ogni rapporto con la sessualità”. Ben presto la regista definì la propria concezione del film, per poi presentare la Becker a Stephen e Jonah Lisa Dyer, con i quali aveva collaborato per i suoi precedenti lavori. “Mi rendevo conto che il film doveva competere con le convenzioni dei film classici del passato, trasformandole però in modo sorprendente e radicale. Ci voleva il brio sofisticato delle commedie romantiche degli anni Trenta e Quaranta con Katharine Hepburn e Cary Grant, con quel sapiente gioco di battibecchi e scintille di intesa sessuale … Ci voleva il magnifico design degli eleganti drammi in costume alla Merchant-Ivory coniugato al ritmo di una commedia moderna” spiega la regista. “Il nucleo essenziale della storia era il personaggio di questo giovane medico dalle idee pionieristiche che vede il suo mondo sconvolto da una donna che lo stuzzica e lo sfida a ogni pié sospinto.” Per la Wexler Charlotte Dalrymple è il fulcro emotivo della storia. “E’ un personaggio così sveglio e vitale”, afferma la regista, “Ha un lato comico, ma la cosa più importante per me è il suo appassionato coinvolgimento nel movimento femminista dei primi del Novecento – le intrepide suffragette e attiviste che lottavano per i diritti delle donne, e che seguivano le loro convinzioni spesso a scapito della loro vita privata”. Tuttavia la vita sociale pressoché inesistente di Charlotte ha una svolta inaspettata quanto incontra Mortimert. “Qui c’è uno scontro tipico della commedia romantica classica”, osserva la Wexler. “Mortimer ha sposato la conformità, un abito che però non corrisponde al suo vero essere, e le priorità di Charlotte non sono le storie d’amore – ma quando i due si incontrano, i loro progetti si capovolgono” Quando Wexler, Becker e i Dyers misero finalmente a punto la sceneggiatura, decisero di inviarla a una delle più acclamate produttrici indipendenti, Sarah Curtis, che aveva al suo attivo pellicole come LA MIA REGINA, MANSFIELD PARK e LA GOVERNANTE. “Mi ha sorpreso l’abilità con cui gli sceneggiatori hanno saputo cogliere l’idioma inglese”, commenta la Curtis. “A dire il vero, all’inizio ero un po’ diffidente perché sembrava improbabile che ci riuscissero, e invece hanno fatto un lavoro straordinariamente accurato. Il soggetto era trattato in modo così intelligente e abile, ed erano introdotti temi molto interessanti. Avrebbe potuto essere una storia giocata esclusivamente sul lato comico, e invece è risultato tutto l’opposto”. La Wexler aggiunge: “Io e Tracey eravamo così eccitate all’idea di avere un produttore dell’esperienza di Sara nel nostro gruppo. Adoro i suoi film, e ne avevo visto parecchi come punto di riferimento per HYSTERIA prima di incontrarla”. Dopo l’adesione della produttrice al progetto, il trio Becker, Wexler e Curtis si diede da fare per trovare i finanziamenti e il cast. “La prima cosa che ci serviva era un cast solido di attori versatili dotati di un istinto infallibile per la commedia”, osserva il produttore Sara Curtis. Abbiamo lavorato a stretto contatto con il direttore del cast Gaby Kester (FLASHBACKS OF A FOOL, CHEERFUL WEATHER FOR THE WEDDING), per ottenere la partecipazione di Jonathan Pryce e Rupert Everett. “Non riuscivo a crederci quando Sarh e Tracey mi hanno detto che Rupert avevano accettato. Era un sogno diventato realtà”, commenta la Wexler. Everett e Pryce parteciparono sin dall’inizio alla lavorazione del film, senza scoraggiarsi per gli alti e bassi relativi al finanziamento della pellicola. Come spiega Sara Curtis: “Considerati i problemi relativi al finanziamento del film avevamo bisogno di collaboratori che credessero nel progetto quanto noi, Siamo state fortunate ad avere il sostegno e l’entusiasmo del nostro co-produttore francese Anouk Nora (Alternative Pictures), Arte France/WDR e dei partner lussemburghesi Jimmy de Brabant e Bob Bellion della Delux Productions. Tutti hanno dato un contributo importante al reperimento dei fondi per il film”. In un momento cruciale di questo processo Judy Cairo, produttrice del film vincitore dell’Oscar CRAZY HEART, si innamorò della sceneggiatura e si unì al cast tecnico. “Ricevo almeno 100 copioni alla settimana, e questo finì direttamente nella mia cartella dello spam, ma quando lo vidi, qualcosa mi ispirò ad aprire la mail. Sin dalla prima pagina decisi all’istante che avrei partecipato alla produzione del film”, ricorda Judy. “E’ una storia brillante che fa ridere dalla prima all’ultima pagina, ma allo stesso tempo ci commuove, ci coinvolge in una storia d’amore e ci insegna molte cose. Ero convinto che il film sarebbe riuscito a parlare a un pubblico contemporaneo”. Una battuta mi ha colpito in modo particolare”, continua la produttrice, “quando Charlotte, parlando del suo impegno per aiutare le donne povere, dice: ‘ricevo da loro molto più di quello che do’. Il vibratore sarà anche l’elemento clou del film, ma per me questo è il tema fondamentale. E’ una storia che fa ridere, ma non si ferma al lato comico del desiderio sessuale; ci parla anche del desiderio insito in tutti noi di avere una vita utile”. Cairo auspica che il film, oltre che far ridere, stimolerà gli spettatori a discutere di argomenti di cui forse di solito non si parla. “E’ ancora qualcosa di quasi rivoluzionario parlare apertamente della sessualità femminile”, osserva Judy Cairo. “Spero che questo film contribuirà a cambiare questo stato di cose”. Assieme al suo staff di Informant Media, Judy Cairo riuscì ad ottenere importanti sostegni per completare il finanziamento del film e avviare la produzione. “E’ sempre una cosa rara trovare sceneggiature di qualità come questa. E’ una sceneggiatura che si fa amare, e gli attori e la troupe vi si sono dedicati con entusiasmo”, conclude Judy.
Vittoriani contro moderni: cast artistico e personaggi I realizzatori del film erano entusiasti del cast che erano riusciti a mettere insieme. “All’inizio compilammo una lista di nomi che avremmo voluto, e in qualche modo figurano tutti nel film”, si stupisce Tanya Wexler. “In larga misura era merito del modo in cui la storia viene raccontata nella sceneggiatura. All’inizio, quando si sente parlare del soggetto di HYSTERIA, ci si aspetta una commedia piuttosto scontata, ma poi si scopre una storia divertente, pungente, e toccante. E’ questo che ha sorpreso e attirato gli attori, e in ultimo li ha convinti a partecipare al progetto”. Così gli attori si sono trovati a interpretare ruoli di vittoriani compassati e convenzionali da un lato, e dall’altro personaggi appassionati e moderni, proiettati verso il futuro e in aperta lotta con lo spirito del loro tempo:
Hugh Dancy nel ruolo di Mortimer Granville Per interpretare Mortimer Granville, la regista e i produttori di HYSTERIA hanno cercato un attore in grado di impersonare un protagonista tipicamente britannico: un brillante e sofisticato medico dell’Ottocento che si trasforma progressivamente grazie a una donna fastidosamente attraente, la quale si fa beffe del suo lavoro, consistente nel “massaggiare” pazienti femminili dell’alta società. Occorreva altresì un attore in grado di conservare un’espressione calma e impassibile anche quando inventa un oggetto come il vibratore. Tutte queste prerogative e altre ancora sono state trovate in Hugh Dancy, giovane star britannica in ascesa. L’attore si è imposto all’attenzione internazionale con una gamma di ruoli tra cui D’Artagnan in YOUNG BLADES, il medico Kurt Schmid in BLACK HAWK DOWN, Buddy in EVENING (sul set del film incontrerà la moglie, Claire Danes), Galahad in KING ARTHUR e Adam, il protagonista autistico dell’omonimo film – confermando una rara capacità di passare dal dramma, alla commedia, ai film d’azione e ai film in costume. Tanya Wexler cercava da tempo il suo Mortimer quando vide Dancy recitare a Broadway nel classico britannico Journey’s End di R.C. Sherriff. “Il ruolo era molto serio, completamente diverso da quello di Mortimer Granville, ma non appena lo vidi, mi dissi: ‘è lui!’. Lo sapevo, punto e basta”, ricorda la regista. I produttori concordano. Come afferma Judy Cairo: “Hugh, come Mortimer, è molto intelligente e di animo buono, ma ha anche un lato caustico, e sa essere molto divertente. Penso che sia uno dei più brillanti e sotto-utilizzati giovani attori di oggi, ed è stato un partner eccezionale per Maggie, con quell’arguzia e quella eleganza tipiche degli anni Quaranta. Non avrei potuto immaginare un Mortimer migliore”. Dancy dichiara di essere rimasto spiazzato leggendo il copione. “Sapevo molto poco sull’argomento”, confessa l’attore, “e la mia prima reazione, ovviamente, è stata una risata. Ma proseguendo la lettura, mi ha affascinato la mescolanza di toni: troviamo momenti farseschi, una autentica storia d’amore, e alcune idee eccezionali e molto serie. Nello stesso tempo, la storia è sempre ricca di verve, attuale, divertente.” Per Dancy si trattava di un ruolo complesso: oltre al lato comico, occorreva rendere gli intriganti e inaspettati cambi di prospettiva del personaggio. Lo vediamo all’inizio del film come un pioniere del nuovo che cerca di contrastare un establishment medico ancora convinto che le infezioni fossero causate da fattori vaghi quali “aria malsana”, “miasmi nocivi”, ecc. (la teoria patogenetica era ancora fortemente osteggiata in epoca vittoriana, Il medico dell’Ottocento Ignaz Phillip Semmelweiss fu talmente dileggiato per la sua idea che i medici avrebbero dovuto lavarsi le mani che ebbe un crollo nervoso e fu internato in un ospedale psichiatrico). Quando però viene offerta al giovanea medico l’opportunità di condurre un’esistenza agiata nel lusso dell’alta borghesia, rendendo nel contempo i suoi pazienti beatamente felici…Chi avrebbe resistito a una simile prospettiva? Non certo Mortimer, perlomeno non all’inizio”. Dancy rimase stupito nell’apprendere che i rispettabili medici vittoriani sottoponevano le pazienti a cicli regolari di massaggi intimi, rendendosi però poi conto che si trattava semplicemente di una diversa mentalità. “Penso che fossero davvero convinti di applicare terapie mediche”, commenta l’attore. “Non erano stupidi, e non si trattava semplicemente del fatto che non avevano le cognizioni di psicologia che abbiamo oggi. Era un’intera prospettiva morale che giustificava ai loro occhi queste pratiche. Ma, naturalmente, dal punto di vista della commedia, non ci può essere nulla di più esilarante di quello che accadeva all’epoca!” Quanto all’opinione di Mortimer sulle sue pazienti femminile, Dancy commenta ridendo: “Lo estenuano. Ma è proprio la sua incapacità di eseguire le sue – ehm! – terapie quotidiane che lo porta a realizzare la sua notevole invenzione”. Dancy vede Mortimer come un uomo che vuole promuovere il cambiamento, ma vi rinuncia momentaneamente in favore di quella che gli appare la bella vita. “Penspo che nel profondo Mortimer si consideri uno scienziato progressista, ma quando gli viene offferto un impiego diventa troppo facile rinunciare alle sue ambizioni e ai suoi sogni – sino a quando Charlotte non lo costringe a ricordarle”, dice l’attore. La cosa forse più divertente per Dancy è stata l’altalena di Mortimer tra le due sorelle Dalrympe, diametralmente opposte. “Non sa proprio che pesci pigliare” commenta l’attore. “Da un lato, Emily è tutto ciò per cui ha lavorato – graziosa, pudica, fa tutto ciò che il padre le chiede, anche se suona male il pianoforte ed è appassionata di frenologia. Charlotte, d’altro canto, lo spaventa, rappresenta una minccia per tutto ciò che Mortimer pensa e vuole, e lo stuzzica in continuazione, ma ovviament non riesce a togliersela dalla testa”.
Maggie Gyllenhaal nel ruolo di Charlotte Dalrymple Per il ruolo Charlotte, l’eroina ribelle e tutt’altro che isterica di HYSTERIA, i realizzatori del film hanno scelto un’attrice che sembrava avere la verve e l’intelligenza necessarie a interpretarae questo personaggio energico e risoluto: Maggie Gyllenhaal, ben nota al pubblico delle produzioni indipendenti e candidata di recente all’Oscar per la sua interpretazione di una madre single che si innamora di un attore fallito in CRAZY HEART, in coppia con Jeff Bridges. “Ci siamo chieste chi avrebbero voluto vedere le donne nei panni di Charlotte, e Maggie era in cima alla lista”, dichiara Tanya Wexler. “Per fortuna, Judy Cairo aveva appena lavorato con lei, e quando le fece leggere la sceneggiatura Maggie ne fu entusiasta. Una volta interpretato il ruolo, sembrava che fosse stato scritto apposta per lei”. Nonostante fosse un personaggio molto diverso da quelli che la Gyllenhaal aveva interpretati in precedenza, Judy Cairo sapeva che l’attrice sarebbe stata all’altezza della sfida. “Maggie è Charlotte. Risoluta, energica, intelligente, di gran cuore e ricca di vitalità – e un’attrice straordinaria. Sapevo che Maggie, essendo lei stessa una donna forte, si sarebbe calata alla perfezione nei panni vittoriani di Charlotte, e ci è riuscita alla perfezione.” Maggie Gyllenhaal si innamorò subito della sceneggiatura. “Perfettamente costruita e assolutamente brillante”, dichiara l’attrice. “E’ una commedia romantica e leggera, ma affronta anche molti temi importanti come la sessualità femminile e l’impegno per aiutare il prossimo. La maggior parte delle commedie romantiche non hanno queste qualità, e sono proprio quelle che mi hanno attirato maggiormente . Mi piaceva anche il fatto che a dare vigore e intensità al film sono le figure femminili. Charlotte è un personaggio straordinario; generosa e molto matura, aiuta le donne a prendere coscienza del loro potere, convinta che abbiano il diritto di vivere una vita ricca di soddisfazioni e di piacere” Per Maggie Gyllenhaal, Charlotte incarna un tipo di eroina femminile che raramente si vede sugli schermi. “E’ una donna che lotta per tante cose che oggi secondo me tendiamo a dare troppo per scontate”, commenta l’attrice. “E’ stato molto interessante vedere come i diritti di cui godiamo oggi sono stati conquistati a prezzo di dure lotte. Il film ci insegna qualcosa su chi siamo e da dove veniamo. Una donna come Charlotte non aveva mai creduto all’idea dell’isteria come malattia, perché era consapevole che le donne avevano tanti motivi reali e legittimi per essere inquiete e infelici, e ai suoi occhi era quello il problema da affrontare.” Se il personaggio di Charlotte ha appassionato Maggie, la vena sessuale di HYSTERIA l’ha fatta arrossire. Ma, osserva l’attrice, faceva parte del gioco. “Mi sentivo sempre un po’ imbarazzata e a disagio quando parlavo del film”, confessa l’attrice. “E questo dimostra che ancora non riusciamo realmente a parlare apertamente della sessualità femminile. Però penso che questo film porterà la gente a parlare un po’ di più , perché ha un approccio così divertente e pieno di umorismo”. La Gyllenhaal si è sforzata di impersonare Charlotte con tutta l’autenticità di una donna americana. “Con l’aiuto di un bravissimo insegnante ho lavorato sodo sulla dizione durante la lavorazione del film”, dice l’attrice. “Soprattutto, per me era importante che Charlotte apparisse una persona viva e reale, che ha sangue nelle vene, come se vivesse ora, nel 2011”. Ad aiutare l’attrice in questo compito ha provveduto la regista Tanya Wexler. “Tanya è stata magnifica, sempre”, afferma Gyllenhaal, e conclude: “Ha senz’altro trovato il modo giusto di trattarmi per farmi calare nel ruolo di questa donna così determinata e appassionata!”.
Jonathan Pryce nel ruolo del dottor Dalrymple Il carattere stravagante e le opinioni di Charlotte possono essere un’ispirazione per qualcuno, ma sono un autentico tormento per il padre – e un peso per la sua brillante carriera di medico esperto nel trattamento di donne affette da isteria. A interpretare il ruolo di questo personaggio conservatore e convenzionale, che tuttavia è uno dei più illustri massaggiatori londinesi delle parti intime femminili è Jonathan Pryce, una delle più attive star inglesi di cinema e di teatro, due volte insignito del Tony Award, che ha recitato di recente in film come THE NEW WORLD- IL NUOVO MONDO di Terrence Malick e la serie campione d’incassi dei PIRATI DEI CARAIBI. “Jonathan è un attore geniale”, osserva la regista Tanya Wexler. “La cosa che mi ha convinto ad affidargli questo ruolo è il suo perfetto tempismo comico; ma è anche una persona di grande autenticità “. Inizialmente Pryce era piuttosto scettico sul soggetto del film, ma una volta letta la sceneggiatura cambiò idea: “Dopo aver superato lo shock iniziale, mi è sembrata una storia molto ben scritta, che ha come tema centrale la politica sessuale maschile e femminile: un argomento che non potrebbe essere più universale!”, commenta ridendo l’attore. Nel ruolo del dottor Dalrymple, la missione di Pryce era quella di interpretare il personaggio come se non ci fosse assolutamente nulla di comico o anche solo lontanamente assurdo nel suo trattamento delle donne affette da isteria. “Abbiamo scelto un’interpretazione seria, senza nessun tono da commedia, perché le situazioni stesse sono da morire dal ridere”, spiega l’attore. “Per Dalrymple la sua terapia è semplicemente un trattamento medico, talmente di successo che non riesce a esaudire tutte le richieste.” Tuttavia, anche se il suo personaggio può apparire puritano e impassibile, Pryce ammette di essersi divertito moltissimo a interpretare questo ruolo: “molte splendide attrici si sottopongono al trattamento del medico, e la cosa divertente per me è stata vedere le loro differenti reazioni”, commenta l’attore.
Felicity Jones nel ruolo di Emily Dalrymple Il successo professionale di Dalrymple è anche una manna per la sua figlia preferita, Emily, un esempio di verecondia e docilità rispetto alla vivace e incontrollabile sorella Charlotte. Il ruolo è intepretato da Felicity Jones, l’attrice britannica il cui film LIKE CRAZY è stata la sorpresa del Sundance Festival di quest’anno. Nota anche per la sua interpretazione in CHALET GIRL e in film in costume come NORTHANGER ABBEY e CHERI, la Jones è una stella nascente tra gli attori della sua generazione. HYSTERIA, afferma Felicity Jones, è molto diverso dagli altri film in cui ha recitato. “La cosa bella di questa storia è che si presenta come un film in costume tradizionale, ma poi ci si rende conto che si tratta di tutt’altra cosa”, osserva l’attrice. Tuttavia, Emily è sostanzialmente una donna vittoriana tradizionale che fa docilmente il suo dovere sposando l’uomo scelto dal padre, anziché pensare con la sua testa, ed è questa la chiave scelta dalla Jones per interpretare il suo ruolo. “Il fatto che la sorella sia così coraggiosa e sicura di sé, secondo me, spinge Emily ad essere ancora più rigida e conservatrice nello sforzo di compiacere il più possibile il padre”, commenta la Jones. “Emily ha modellato se stessa per essere la più perfetta creatura femminile che riesce a immaginare, e Mortimer all’inizio è irretito da questo miraggio”. Naturalmente, questa facciata comincia a mostrare le prime crepe quando Mortimer si rende progressivamente conto che la sua vera anima gemella è Charlotte. “E’ stato molto divertente far parte di questo triangolo”, commenta la Jones. “Il lato comico del film deriva in parte dal modo in cui ognuna di queste due donne attira un aspetto diverso della personalità di Mortimer”. Per prepararsi al suo ruolo, l’attrice si è documentata sugli usi e costumi dell’Ottocento, specialmente sull’hobby di Emily, la frenologia — la pseudoscienza un tempo popolare che pretendeva di “leggere” la personalità di un individuo dalla forma del suo cranio. Nulla però poteva preparare la Jones all’elaboratissima, lussuosa acconciatura che Emily sfoggia in occasione della sua festa difidanzamento con Mortimer. “La chiamavamo ‘La torre incredibile,’”, commenta ridendo l’attrice. “E’ un’acconciatura che colpisce l’attenzione, e molto originale, ma non porterà fortuna a Emily!”
Rupert Everett nel ruolo di Edmund Un ruolo importante in HYSTERIA è affidato a Rupert Evertt, un attore che si è distinto in una vasta serie di ruoli in film in costume sofisticati e ironici. L’aristocratico Edmund (Everett) è il miglior amico di Mortimer, e il suo progetto di costruire un piumino elettrico troverà realizzazione in una direzione del tutto inaspettata. Come molti altri, Rupert Everett trovò irresistibile l’idea su cui si basa HYSTERIA. “Chiunque senta raccontare il soggetto di questo film, non può fare a meno di ridacchiare”, osserva l’attore. “Il film ha il sapore delle commedie degli anni Trenta o Quaranta prodotte dagli studi Ealing”, continua, riferendosi allo stile tipicamente britannico delle commedie del dopoguerra, che associavano un umorismo anarchico a una satira graffiante Inoltre, Everett era affascinato dall’epoca storica in cui si svolge la vicenda. “L’ambientazione ottocentesca – un’epoca in cui le donne cominciavano appena ad affermarsi come individui e l’impero britannico era al tramonto – dà al tono umoristico una maggiore profondità”. Quanto al suo personaggio, l’attore lo descrive come “un tipico gentiluomo inventore che ha avuto una vita privilegiata ed è libero di essere abbastanza progressista. Per molti aspetti”, continua Everett, “Edmund e Mortimer sono come fratelli, e in tutto il corso della vicenda restano grandi amici”.”
Ashley Jensen nel ruolo di Fanny e Sheridan Smith nel ruolo di ‘Molly the Lolly’ Come comprimarie dei personaggi principali troviamo due donne del proletariato londinese: Fanny, che risiede nel centro di accoglienza per donne povere di cui si occupa Charlotte e sua confidente, interpretata da Ashley Jensen (UGLY BETTY e la serie EXTRAS dell’HBO), e l’ex prostituta ‘Molly the Lolly’, interpretata dalla star della commedia britannica vincitrice dell’Olivier Award Sheridan Smith, che debutta sul grande schermo dopo il grande successo teatrale di Legally Blonde, The Musical. Jensen descrive Fanny come “una donna che non ha praticamente nulla tranne un marito alcolizzato che la picchia! E’ l’esatto opposto delle donne che si presentano a Mortimer per il suo trattamento terapeutico”. Di fatto, Fanny aiuta Charlotte a far capire a Mortimer come accanto a donne ricche che ricevono massaggi per misteriose malattie, esistono donne proletarie che hanno un disperato bisogno di vere cure mediche. Ciò che ha attirato la Jensen nel film è anche la ricostruzione di un’epoca storica. “E’ un film particolarmente intelligente perché parla anche di argomenti seri, non solo di vibratori, che peraltro possono essere in sé un soggetto molto serio! Ma è anche un film sulle donne che hanno letteralmente sacrificato la loro vita perché potessimo avere gli stessi diritti degli uomini” commenta l’attrice. “Ho apprezzato molto anche il fatto che in HYSTERIA le donne abbiano un ruolo di primo piano. Finalmente un film sulla sessualità femminile e sui diritti delle donne diretto da donne!”. La Smith, dal canto suo, dichiara di essersi divertita un mondo nell’interpretare per il suo debutto sul grande schermo il ruolo di “cavia” sulla quale viene sperimentato cautamente il primo vibratore. “E’ stato davvero uno spasso!” afferma l’attrice. “E’ il mio primo film, ed ero intimorita dall’idea di lavorare con attori di tale calibro. Una volta indossati i nostri costumi e le nostre parrucche, siamo diventati all’improvviso persone completamente diverse!” Se la Smith si è divertita enormemente a interpretare il suo ruolo, il personaggio che più l’ha ispirata, afferma, è quello di Charlotte. “Credo che tutti ci siamo innamorati di lei”, conclude. “Nell’interpretazione di Maggie emerge una donna combattiva, che ci ricorda cosa significa essere una donna che agisce seguendo i propri principi in ogni epoca”.
Un mondo elettrificato: la produzione Una volta scelto il cast, i realizzatori del film si sono trovati ad affrontare il compito tutt’altro che facile di creare il mondo specifico, e mai portato in luce prima, di HYSTERIA – quell’angolo nascosto della Londra Vittoriana in cui i medici effettuavano massaggi intimi alle loro pazienti. Sin dall’inizio, Tanya Wexler decise che avrebbe colto due lati della vita vittoriana: il solenne, costumato e puritano decoro per cui il periodo è rimasto famoso, e l’elettrizzante promessa di cambiamenti che era nell’aria. Dopo tutto, si trattava dell’era in cui idee e invenzioni impensabili in passato stavano sconvolgendo la tradizione a un ritmo tumultuoso. Oltre al vibratore, tra le altre invenzioni realizzate in quell’epoca figurano utensili rivoluzionari come la macchina per cucire, i gabinetti pubblici dotati di sciacquone, la pastorizzazione degli alimenti, la metropolitana, la macchina da scrivere, il telefono, il fonografo, le vetture alimentate a gas, il tutto illuminato dalle nuove lampadine elettriche. Per rendere i mutevoli contrasti vittoriani tra il vecchio e il nuovo, tra il ceto abbiente e il proletariato, tra il mondo delle buone maniere e quello delle rivoluzioni sociali nelle scenografie e nell’ambientazione del film, Tania Wexler si è rivolta a una équipe tecnica in cui figurano il direttore della fotografia Sean Bobbit (HUNGER di Steve McQueen, lo sceneggiato televisivo Ragione e sentimento), la scenografa Sophie Becher (ALFIE, TO KILL A KING), il responsabile del montaggio Jon Gregory (QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE, IN BRUGES- LA COSCIENZA DELL’ASSASSINO) e il costumista Nic Ede (TATA MATILDA, GIOVANI AQUILE). “Il lavoro di Sean, Sophie e Nic è stato eccezionale sotto ogni profilo”, dichiara Judy Cairo, “ed è diventato ancora più stimolante per il connubio con una sensibilità americana più ampia, dando luogo a una eccezione fusione tra culture.” Aggiunge Sarah Curtis: “Come era avvenuto per il cast artistico, avevamo in mente il nostro cast tecnico ideale – persone che avessero una affinità con il materiale, che comprendessero l’epoca, ma fossero anche capaci di trovare il lato comico e divertente della vicenda; è stata una grande fortuna per noi avere l’apporto di una èquipe così esperta e creativa.” Una delle sfide più ardue era quella di trovare location inglesi adeguate. “E’ diventato sempre più difficile realizzare film ambientati in epoca vittoriana a Londra, perché vanno via via scomparendo i luoghi che consentono di ricreare un’atmosfera ottocentesca”, spiega Sarah Curtis. Il luogo ideale è stato trovato a Luton Hoo e nei suoi dintorni, una tenuta nelle vicinanze del Bedfordshire risalente al Medioevo, che comprende una lussuosa casa padronale e vari edifici adiacenti “E’ una località splendida, versatile; le costruzioni risalgono all’epoca giusta per l’ambientazione del film nei quartieri poveri dell’East End” commenta la Curtis. “Siamo riusciti a trovare una location con edifici in mattoni rossi e strade selciate, perfettamente adatta ai nostri scopi. Paradossalmente, è più facile trovare location della Londra aristocratica dell’Ottocento perché questa parte della città è stata preservata, mentre i quartieri più poveri dell’epoca per lo più sono scomparsi”. Il centro di accoglienza per donne povere del film , sebbene sia inventato, è stato modellato sui reali caseggiati pubblici londinesi creati negli anni Ottanta dell’Ottocento, di solito istituiti da ricchi filantropi e destinati a fornire cibo, alloggio e persino istruzione al nuovo ceto povero urbano in crescente aumento. Dopo tre settimane di riprese a Londra, la troupe si è spostata in Lussemburgo, dove sono stati costruiti gli interni del film. “Come in Inghilterra, anche in Lussemburgo abbiamo trovato una équipe fantastica in grado realizzare con grande maestria interni d’epoca”, dichiara Sarh Curtis. Un’attenzione meticolosa è stata dedicata ai dettagli: dalla lunghezza delle mantelline all’altezza delle acconciature. Nelle stanze sono stati collocati gli adeguati strumenti medici d’epoca e gli attori sono stati abbigliati con busti e corsetti, panciotti e cappelli a cilindro.Tutto riusltava accurato e storicamente corretto, e tuttavia grazie alla Wexler sul set dominava un’atmosfera di brio e di allegria. “Il modo in cui è Tanya riuscita a mettere insieme l’intera produzione è stata una autentica prodezza”, commenta Rupert Everett. “Ha lasciato che gli attori facessero il loro mestiere, ha seguito il loro lavoro e lo ha reso molto divertente”. Per gli sceneggiatori Stephen Dyer e Jonah Lisa Dyer trovarsi sul set è stato come vedere le loro fantasie tradotte in realtà. “Ovunque guardassimo, ogni scena, era esattamente come l’avevamo immaginata scrivendo la sceneggiatura”, commenta Stephen. “In parte questo dipendeva dalla specifictà del soggetto, ma Tanya, il cast e la troupe sono davvero riusciti a cogliere esattamente lo stile e il look che avevamo sperato – e allo stesso tempo hanno apportato alcune notevoli sorprese”. La sorpresa sarà certamente una delle reazioni che susciterà HYSTERIA, come hanno avuto modo sperimentare le persone coinvolte nella produzione quando qualcuno chiedeva quale fosse il soggetto del film. “ Questa era una delle sfide più impegnative: cercare di capire cosa dovevamo dire quando ci chiedevano di cosa parlasse il film!” commenta ridendo Hugh Dancy. Come sintetizza Sarah Curtis: “Quando spieghiamo quale è l’argomento centrale del film, di solito la gente si mette a ridere – ma poi subentra una grande curiosità sul modo in cui viene svolta la vicenda, sulla sua relazione con gli uomini e le donne di oggi, ed è questo quello che interessa tutti noi”.
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