“Piccoli crimini coniugali” in sala dal 6 aprile – Note di regia…

Castellitto : “Deve essere un inferno vivere con me….”

Buy : “Si forse è un inferno…ma è un inferno a cui tengo…c’è caldo all’inferno….e c’è il mio posto”

 

“Non si può sfuggire dal proprio destino…tu sei il mio destino…”

 

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Buy “Io ti ho amato molto”

Castellitto “Lo hai detto come se dicessi ..ho sofferto molto..”

Buy “Infatti e tu ne hai approfittato ….”

Catellitto “io ti ho fatto soffrire?”

Buy “No, no…sono io che non so amare senza soffrire…”

 

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A causa di un incidente domestico un uomo ha perso la memoria. Sembra non riconoscere neppure la moglie che tenta di ricostruire la loro vita di coppia tassello dopo tassello, provando a nasconderne le ombre ma incontrandone di nuove.

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“Piccoli crimini coniugali” di Alex Infascelli con Sergio Castellitto e Margherita Buy – 6 aprile

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Una storia sul senso dell’amore e della coppia, raccontata da due straordinari attori: Sergio Castellitto e Margherita Buy. Un giallo coniugale ad alta tensione che racconta quanto, a volte, la menzogna possa entrare nell’amore.

Prodotto da Marco e Nicola De Angelis, è una produzione Fabula Pictures, 102 Distribution, Gianluca Curti per Minerva Pictures, in collaborazione con Rai Cinema. È scritto da Alex Infascelli e Francesca Manieri, la fotografia è di Arnaldo Catinari, la scenografia di Marina Pinzuti Ansolini e i costumi di Alfonsina Lettieri; il montaggio è di Alex Infascelli, che è anche autore delle musiche insieme a David Nerattini.

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NOTE DI REGIA

Se temi la solitudine, non sposarti

Anton Cechov

La coppia è l’argomento misterioso che abita la maggior parte delle conversazioni della gente. Se ne parla in ascensore, al supermercato, sull’autobus, in taxi e in aereo, se ne discute di giorno al bar e di notte al ristorante. Tutti si trasformano in grandi esperti quando si tratta di commentare una coppia: se funziona si deve per forza cercare qualcosa che non va e quando invece esplode, ci si prodiga a sostenere l’amico o amica o parente, evidente vittima del partner. Ma tutti in realtà abbiamo timore a guardare davvero all’interno di quel nucleo esplosivo che all’inizio ci sembra un rifugio meraviglioso per poi trasformarsi nella stanza delle torture, il luogo dove tutti i nostri fantasmi vengono a tirarci i piedi prima o poi. Questo scritto scoppiettante di Éric-Emmanuel Schmitt ha entusiasmato le platee di mezzo mondo ma è curiosamente rimasto lontano da una versione cinematografica; esattamente come è accaduto con “Carnage”, rivelatosi poi un successo planetario.

Mi sono innamorato subito del testo e come tutti ci ho trovato innumerevoli aderenze con il mio vissuto di coppia, nelle sue nefandezze, crudeltà, ma anche nelle fragilità e teneri compromessi che si devono inevitabilmente affrontare per poter sopravvivere al rapporto così stretto con un altro individuo. L’idea è di lavorare sul testo con due grandi attori per poi chiuderli in un appartamento e lasciarli a briglia sciolta. Osservarli voyeuristicamente mentre cavalcano il testo originale ma anche tradendolo quando necessario, come solo i grandi interpreti sanno fare. Un’impostazione che ricalca la grande tradizione del cinema francese o di Cassavetes, un tour de force emotivo che non lascia scampo a uomini e donne, i quali saranno costretti da subito a prendere le parti di uno dei due personaggi, per poi ritrovarsi completamente spiazzati alla fine, forse guardando a se stessi e al proprio matrimonio o rapporto sentimentale con occhi nuovi.

A guidare la narrazione sarà uno sguardo crudele e tragicamente ironico, come solo l’amore sa essere.

Una regia asciutta ed essenziale, che mira a scarnificare un ambito tipicamente idealizzato e romanzato cinematograficamente.

Un corpo a corpo che ci trasmetterà un senso di solitudine tremendo ma che al contempo ci ispirerà tenerezza e forse anche rispetto verso l’avversario: quell’uomo o quella donna, soli anche loro, con cui torneremo a casa all’uscita dal cinema.

Alex Infascelli

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Castellitto “Come puoi amarmi se ti fa schifo quello che io scrivo…?”

Buy “A me piaci tu non quello che fai…”

 

 

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