La La Land – Miglior fotografia – Linus Sandgren
Luci, colori, azione: Linus Sandgren e la fotografia della Città delle Stelle
Il look di La La Land all’inizio è quello dei grandi musical del passato, in cinemascope anamorfico e colori brillanti che sembra quasi di poter toccare. Poi arriva il vero divertimento, quando tutto viene trasformato con la sensibilità e le attrezzature del XXI secolo. Damien Chazelle aveva chiaro in mente il look che voleva, ma sapeva anche che avrebbe colto di sorpresa la gente.
“Whiplash era montaggio, rifletteva il tempo e il ritmo delle percussioni, La La Land è l’opposto. Whiplash è un film di angoli retti, La La Land di curve”, spiega Chazelle. “Il regista cui mi sono ispirato è Max Ophuls, un maestro dei movimenti di macchina nella storia del cinema. Tutti noi vorremmo poter muovere la nostra macchina da presa come Ophuls, e ovviamente Ophuls l’ha fatto prima della Steadicam, ma l’idea è quella di avere una macchina che senta la melodia, che diventi parte della coreografia”.
È stato influenzato anche dal lavoro di macchina espressionista di Toro scatenato di Martin Scorsese. “Toro scatenato pone una domanda: cosa succede se metti la macchina da presa all’interno di un ring? E io ho voluto mettere la macchina all’interno del ballo, e dare così l’impressione che tutto si svolga intorno a chi guarda”, dice.
Per fare questo, Chazelle ha lavorato a stretto contatto con il direttore della fotografia Linus Sandgren, conosciuto per il suo lavoro con David O. Russell in American Hustle e Joy. Anche se Sandgren ha utilizzato lenti anamorfiche e pellicola 35mm per creare un legame con il passato, ha però portato la cinematografia nell’era della tecnologia odierna.
“La macchina da presa deve avere un’energia particolare in questo film, una grande energia, e tutti noi sapevamo che Linus aveva le capacità e le competenze giuste”, dice Jordan Horowitz.
“Non ho mai visto qualcuno più motivato di Linus quando deve raggiungere qualcosa che ai più sembra impossibile”, dice Fred Berger. “Ma più erano difficili le riprese, più Linus otteneva il meglio”.
Il rapporto creativo tra Chazelle e Sandgren ha colpito tutti. “Damien e Linus erano una coppia perfetta”, dice Berger. “Si dicevano continuamente: come posso portare avanti il più possibile questa idea? E in questo modo sono arrivati a livelli che credevamo impossibili”.
“Linus era il direttore della fotografia perfetto per il nostro film, perché non solo ama andare oltre, ma va oltre anche le nostre aspettative più ardite. Ha quell’energia inesauribile dei bambini che trovo fantastica, quando deve esplorare le possibilità della fotografia sembra proprio un bambino in un negozio di caramelle”, dice Chazelle di Sandgren.
Sandgren è stato attirato dalla precisione della visione di Chazelle, che aveva già completato gli storyboard prima ancora che iniziasse la preproduzione. “Quando Damien ha parlato di come voleva girare il film, sono rimasto affascinato”, dice Sandgren. “Voleva realizzare un film old-fashion in un modo molto moderno, con movimenti di macchina fluidi. Un’idea estetica bellissima, solo più tardi ho pensato a quanto sarebbe stato complesso realizzarla a livello tecnico”.
E le difficoltà sono state una costante per tutto il corso delle riprese. Per dirne una, girare con pellicola 4-perf anamorphic 35mm ha voluto dire che la pellicola doveva essere ricaricata ogni dieci minuti. E poi Chazelle ha voluto anche girare le scene più grandi con un’unica ripresa, per ottenere quella che Sandgren chiama “realtà senza interruzioni”.
“Questo rappresenta sempre una sfida, soprattutto se vuoi avere la luce perfetta”, spiega Sandgren. “Damien non voleva aggiungere gli effetti dopo, voleva che tutto avvenisse davanti alla macchina da presa. La magia in questo film non è mai falsa – avviene tutto davvero. Ma io penso sempre che le cose si possono ottenere, bisogna solo trovare la soluzione, in questo caso è stata necessaria tanta, tanta pianificazione”.
Anche l’inquadratura ha presentato delle difficoltà. “Damien voleva che il film fosse davvero anamorfico. Oggi i film sono girati da 2.40 a 1”, dice Sandgren. “Ma stavamo pensando che sarebbe stato interessante girare da 2.52 a 1 per dare a La La Land l’extra scope dei vecchi film. Ne ho parlato con Panavision e loro hanno modificato alcune lenti perché andassero bene, poi hanno dovuto costruire nuove lenti proprio per noi e credo che questo sia stato importante per il film”.
Sandgren ha giocato con una quantità di luci colorate per accentuare la gamma dei blu, dei verdi e dei rosa del film. Chazelle è stato molto preciso quando ha detto che voleva che le scene notturne fossero illuminate con il loro cielo stellato. E quando davanti alla macchina da presa sono arrivate le scene di ballo, Sandgren ha tirato fuori il coreografo che è in lui. “Era importante che la macchina sembrasse danzare anche lei”, dice. “Nello stesso tempo la gente non se ne deve accorgere, quindi deve muoversi in linea con la coreografia. Ogni numero ha presentato dei problemi e qualche volta abbiamo pensato che non ce l’avremmo fatta, ma tutto è filato liscio”.