Geniale l’omicidio all’italiana di Maccio Capatonda…nella sua apparente semplicità e stile macchiettistico racconta un paese alla deriva che ignora quello che accade ma appare informatissimo di cronaca nera, un popolo ipnotizzato da trasmissioni che nel film ha come titolo chi l’acciso che cercano lo share a tutti i costi facendo diventare “noti” posti dove l’unica banda larga e’ formata da chi suona la tromba o il tamburo distanziati.
Dopo il film di Ficarra e Picone, di diverso stile, la fantasia supera anche qui la realtà di forte immedesimazione, come quello di un sindaco sgrammaticato stile Cetto La Qualunque interpretato da Maccio che per non far scomparire gli abitanti del paesino in fuga decide insieme al fratello (Herbert) di far credere che un soffocamento di una contessa sia in realtà un omicidio (?) con inevitabile dirottamento di “giornalisti” catapultati nell’ennesima mecca dello share che trasuda di sangue altrui e che sale con i racconti spesso inventati di presunti omicidi e ipotesi di gesti efferati mai avvenuti.
Nel film che a prima vista può apparire elementare c’e’ tutta l’Italia che si appassiona ai casi di nera sapendone più degli inquirenti, con “esperti’ chiamati a fare gli opinionisti last minute alimentati da chi promette visibilità in un palinsesto italiano dove impera il motto di Wilde che popolarità sempre più spesso fa rima con nullità a tutti i livelli.
Quel che appare surreale non e’ mai stato cosi’ vero, come quando la Ferilli che interpreta l’anchorwoman de noantri con le luci sparate addosso spiega l’indotto di un caso di cronaca in ogni settore.
Stavolta Maccio abbandona gli sketch allungati del primo film che non ci era assolutamente piaciuto per raccontare in uno stile apparentemente macchiettistico ma dosato il virus che alberga in milioni di casalinghe drogate da personaggi spesso infimi e pronti a tutto per mezzo punto di share.
Da vedere per capire …non dove stiamo andando ma dove ormai stiamo affondando da tempo credendo di saperne più di altri.
Ottima idea e le commedie italiane che funzionano sono ormai quelle che prendono spunto dalla realtà, dove la gente può rispecchiarsi senza bisogno di cast copia incolla con attori famosi (che noia sempre le stesse facce) diventati una compagnia di giro che fa perdere sapore alla storia stessa e allontana il pubblico dai propri divi non sempre all’altezza.
Bravo Maccio, nel suo stile unico ha distrutto finalmente una tv del dolore che fingendosi tv di servizio prende in giro i propri spettatori.