L’onore di dare il via Concorso di Orizzonti della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – con il suo quarto film Un mostro dalle mille teste- è toccato al regista Rodrigo Plá, che, nel 2007, vincendo il Leone del futuro - riservato alle opere prime di tutte le sezioni- con il lungometraggio d’esordio La zona,proposto dalle Giornate degli autori, si era affermato a livello internazionale come una delle maggiori promesse del nuovo cinema messicano.
Ora, Un mostro dalle mille teste sta per uscire nelle sale italiane, dal 3 novembre, distribuito da Cineclub Internazione Distribuzione.
Il film sarà presentato alla stampa a Roma e Milano il 31 ottobre, alla presenza di Rodrigo Plà, che poi incontrerà il pubblico in diverse città italiane:
1Novembre: Torino Cinema GreenWich ore 17.15
1Novembre: Milano Cinema Beltrade ore 21.30
2Novembre: Perugia cinema Postmodernissimo ore 21.00
3Novembre: Firenze Cinema Spazio Alfieri ore 21.30
4Novembre: Brescia Cinema Nuovo Eden ore 17.00 e ore 21.00
5 Novembre: Padova Cinema Lux ore 17.15 e ore 19.10
La storia. Nel disperato tentativo di salvare la vita a suo marito, riuscendo ad ottenere per lui le cure mediche di cui ha bisogno per riuscire a sopravvivere, Sonia intraprende una lotta contro la sua compagnia di assicurazione, corrotta e negligente, e contro i rappresentanti complici – spingendo, così, se stessa e suo figlio all’interno di una vertiginosa spirale di violenza.
Un animale che soffre, non piange, morde…
Dopo essersi aggiudicato il Leone del futuro nel 2007 con il suo coraggioso esordio La zona, Rodrigo Plá è tornato a Venezia con Un mostro dalle mille teste – film che ha aperto il Concorso di Orizzonti alla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Proseguendo sulla scia del dramma sociale, il regista uruguayano d’adozione messicana si scaglia contro la corruzione e la negligenza del sistema burocratico del suo paese. Attraverso la storia di Sonia Bonet – interpretata con bravura, sensibilità e coraggio da Jana Raluy – l’autore costruisce un thriller psicologico in cui emerge preponderante tutta l’esasperazione di una donna intenta ad intraprendere un’estenuante lotta contro il sistema, che si tramuta ben presto in una spirale di violenza in cui sarà coinvolto anche il figlio. Il caso di malasanità rappresentato da Plà, infatti, diventa parabola sociale di un sistema moralmente corrotto incentrato solo sul profitto. Gli stessi stilemi classici del thriller sono funzionali a portare avanti il processo che il regista fa alla società messicana con il parallelismo del processo di Sonia fuori campo – in Messico, infatti, solo l’otto per cento della popolazione può permettersi un’assicurazione sanitaria.
Tratto dall’omonima opera letteraria della moglie Laura Santullo – che ha anche sceneggiato il film – Un mostro dalle mille teste, come tutta la produzione artistica del regista, affonda le sue radici nella condizione di rifugiato politico uruguayano dell’autore, rendendolo, senza dubbio, maggiormente sensibile a problematiche a carattere socio-politico.