10 novembre “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio – NOTE DI REGIA

10 novembre  “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio con Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo ,Guido Caprino, Nicolò Cabras, Dario Dal Pero, Barbara Ronchi  

“FAI BEI SOGNI è la storia di una difficile ricerca della verità e allo stesso tempo la paura di scoprirla. La mattina del 31 dicembre 1969, Massimo, nove anni appena, trova suo padre nel corridoio sorretto da due uomini: sua madre è morta. Massimo cresce e diventa un giornalista. Dopo il rientro dalla Guerra in Bosnia dove era stato inviato dal suo giornale, incontra Elisa. La vicinanza di Elisa aiuterà Massimo ad affrontare la verità sulla sua infanzia ed il suo passato”.

NOTE DI REGIA

Questo film nasce da un libro “Fai bei sogni” di Massimo Gramellini, grande successo editoriale degli anni scorsi (e ne è sostanzialmente fedele cioè ai fatti e agli affetti che il libro descrive). Ma non è questo il motivo che mi ha convinto (l’essere cioè un best seller), ma il tema, il dramma che il romanzo contiene. La morte della mamma, l’essere orfani quando si è ancora bambini. Il dolore di Massimo che perde la mamma adorata a nove anni (adorata nel doppio senso di un amore, che Massimo sente ricambiato, assoluto ed esclusivo), la sua ribellione a questa tragedia ingiusta, poi, col passar del tempo, il suo adattamento per sopravvivere a questa perdita incomprensibile. Adattamento alla vita che ha un costo pesante per Massimo perché oscura, riduce, proprio per la necessità di difendersi per sopravvivere, la sua capacità di amare, la raffredda, la annulla con dei danni che si prolungheranno nell’adolescenza e poi nella sua vita adulta. Finché questa corazza di indifferenza, per circostanze complesse e incontri solo apparentemente casuali, non incomincerà ad incrinarsi. Massimo, già grande affermato giornalista, si “risveglia”, riaffronta il suo dolore “primario” fino alla scoperta finale, vero colpo di scena che non va raccontato (ma che chi ha letto il libro, e sono tanti, già conosce). Si potrebbe parlare di “guarigione”, preferisco più prudentemente parlare di un principio reale di cambiamento… E poi i cambiamenti, le “guarigioni” sono sempre instabili, ci possono essere delle ricadute, sempre. Questa storia mi ha molto colpito, coinvolto, perché vi ritrovo tanti temi che ho affrontato spesso nei miei film precedenti… La famiglia, la mamma (distrutta anche materialmente, proprio assassinata), il babbo, la casa dove si svolge la metà del film, la casa in epoche diverse, trent’anni almeno, nei quali l’Italia cambia radicalmente… E la vediamo l’Italia che cambia proprio anche dalle finestre di casa… E infine Roma, Sarajevo, Torino, l’Italia vista e vissuta da chi fa di mestiere il giornalista. Massimo è giornalista di un importante quotidiano nazionale, e cosa significa essere giornalista, cronista della realtà, freddo testimone, o volerne invece diventare in qualche modo appassionato interprete, questo è un tema, una domanda a cui il film cercherà di rispondere.

Marco Bellocchio

 

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